Un saggio meticoloso e provocatorio che disegna una nuova cartografia politica delle nostre vite private, cercando di capire dove sia nata e come funzioni la nozione di consenso. Che pone domande essenziali ma troppo spesso trascurate e ci sprona a cambiare le nostre abitudini, ad agire e soprattutto a rendere la parola sensuale e liberatoria. Perché, afferma l'autrice, dobbiamo «erotizzare l'eguaglianza» anziché il dominio: solo cosí potremo amare meglio e piú liberamente.
«Il consenso è un concetto da maneggiare con cautela ma che porta in sé la promessa di una rivoluzione sessuale che, questa volta, sia davvero una liberazione di tutte e tutti».