Sono passati cento anni esatti dalla sua nascita e Albert Camus è uno degli scrittori più letti e più amati del mondo. I romanzi Lo straniero, La peste, La caduta, i saggi filosofici Il mito di Sisifo e L’uomo in rivolta, che coniugano al massimo grado il senso dell’assurdità del vivere e il continuo risorgere della speranza e dell’impegno, vengono continuamente ristampati in tutte le lingue e appassionano nuove generazioni. Michel Onfray, tra i più noti filosofi viventi, gli ha dedicato questa imponente «biografia filosofica», un caso editoriale enorme in Francia, che testimonia finalmente la grande radicalità e originalità del suo pensiero. Nato ad Algeri, Camus apprese la filosofia nello stesso tempo in cui scopriva un mondo al quale rimase fedele tutta la vita: il mondo dei poveri, degli umiliati, delle vittime. Il mondo di suo padre, contadino morto in guerra, e quello di sua madre, donna delle pulizie incolta ma modello di virtù che Onfray definisce «mediterranee»: coraggio, senso dell’onore, modestia, dignità. La vita filosofica di Albert Camus, che fu edonista, libertario, anarchico, anticolonialista e visceralmente ostile a ogni totalitarismo, illustra pienamente lo svolgersi di questa «morale solare» e offre a tutti noi non solo pagine di grande lucidità e passione, come quella che Onfray nutre, e fa nutrire, per Albert Camus, ma anche un praticabile modello di vita e di pensiero. «Io stimo tanto più un filosofo quanto più egli è in grado di dare un esempio» è l’epigrafe nietzschiana di questo libro: e Camus è per Onfray, e certamente diverrà per molti lettori, il migliore esempio.