Un comandamento contraddetto da millenni di storia, se è vero che ancora oggi regna la convinzione che in determinate circostanze uccidere sia giusto e necessario. L'omicidio è una costante antropologica dello spirito umano, un marchio sanguinario della specie: Caino inaugura biblicamente la storia assassinando Abele. Ma che cosa uccide Caino in Abele? L'individuo-persona, la discendenza secondo la concezione ebraica, la sacralità della vita secondo il cristianesimo, la vita intesa come mero funzionamento biologico? In queste domande stanno i nodi di un comandamento su cui si scontrano oggi ragioni biopolitiche, teologiche, filosofiche e scientifiche. E' possibile restituire uno statuto assoluto alla proibizione dell'omicidio?