Cosa c’è alla radice dello sfruttamento e della distruzione dell’ambiente operati dall’uomo nell’ultimo secolo e mezzo? L’origine sta nell’oblio del posto che l’uomo occupa nell’ordine del creato, oblio che ha prodotto una separazione così radicale tra uomo e cosmo da indurre l’uomo a non concepirsi più come parte del creato.Rileggendo la nota storia di Giobbe e della sua contesa con Dio, l’Autore invita a guardare il creato con uno sguardo capace di allargare la nostra ragione: è lo sguardo con cui Gesù guarda gli “uccelli del cielo” e “i gigli del campo”; visti nella prospettiva da cui si colloca Cristo, essi insegnano «a far spazio a Dio, al suo regno, cioè al Creatore e alla sua opera di giustizia verso tutte le creature».