NON ESISTONO INDIZI, MA SEGNI.
NON ESISTONO CRIMINI, SOLO ANOMALIE.
E OGNI MORTE È L’INIZIO DI UN RACCONTO
«C’è un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre. È lì che avviene ogni cosa: nella terra delle ombre, dove tutto è rarefatto, confuso, incerto. Noi siamo i guardiani posti a difesa di quel confine. Ma ogni tanto qualcosa riesce a passare... Io devo ricacciarlo indietro.»
Marcus è l’ultimo dei penitenzieri, un prete che appartiene a uno degli ordini più antichi e segreti della Chiesa: la Santa Penitenzieria Apostolica, conosciuta anche come il tribunale delle anime. Egli ha la capacità di scovare le anomalie e di intravedere i fili che intessono la trama di ogni omicidio. È un cacciatore del buio, addestrato a scovare il male. Non si tratta di una professione, è la sua natura. Il male è una dimensione. E il penitenziere riesce a scorgerla, vedendo ciò che gli altri non possono vedere. Marcus da giovane non parlava mai con nessuno, non aveva amici. Però conosceva cose che non avrebbe voluto sapere. Cose sugli uomini e sul male che riescono a fare. Cose talmente terribili da far vacillare qualsiasi fiducia, da contaminare per sempre qualunque cuore. Guardava le persone intorno a sé vivere senza quel fardello di consapevolezza, e le invidiava. Era stato salvato, ma la sua salvezza era coincisa con l’ingresso in un mondo di ombre. Perché chi metteva in contatto vittime e carnefici era un penitenziere come lui.